ALTRI X la sanità a km zero

POLITICHE SANITARIE

Il nostro movimento si pone in contrasto con qualsivoglia logica aziendalista in merito all’assistenza alla salute.

Negli ultimi decenni tale concezione dell’assistenza sanitaria ha determinato una mancata valorizzazione e tutela del cittadino, il quale non risulta più concepito come fulcro dell’attività assistenziale a vantaggio di una più forte attenzione alle logiche di bilancio.

Si rende quindi necessario ristrutturare il SSN in modo tale che ritorni ad essere “unità” di supporto al tessuto sociale e non più “azienda”.

Allo stesso modo la natura dei tempi odierni determina una conseguente presa d’atto di quanto debba essere posta in primo piano la velocizzazione dei percorsi assistenziali, con necessario snellimento degli organismi burocratici e più marcata informatizzazione dei percorsi clinici.

Incentivare politiche a supporto delle famiglie degli operatori sanitari con conseguente riordino degli orari di servizio a seguito di richieste soprattutto derivanti delle madri lavoratrici, siano esse medici, infermieri o qualsivoglia altra figura professionale.

Noi, ALTRI per andare oltre, ci poniamo in pieno supporto ed ascolto in merito alle richieste ed agli stimoli originati dal personale afferente al comparto; nella logica secondo la quale per preservare la salute della popolazione è necessario, in primo luogo, preservare chi nella sanità opera quotidianamente.

Potenziamento dell’A.D.I. Assistenza Domiciliare Integrata: si rende necessario come potenziale strumento diretto ad un alleggerimento del carico assistenziale all’interno delle U.O. con conseguente snellimento dei costi, miglioramento della qualità assistenziale e maggior preservazione dello stato pico fisico del paziente.

Potenziamento dei servizi mobili di emergenza/urgenza: partendo da realtà territoriali a più alta densità abitativa ed a più alto tasso di criminalità: con più stretta e veloce connessione e collaborazione con i presidi di polizia: questo provvederà ad una migliore tutela degli operatori sanitari.

Inasprimento delle pene nei casi in cui si verifichino episodi di interruzione di pubblico servizio nel corso delle attività clinico-assistenziali.

L’assistenza alla salute al pari della famiglia, del lavoro, del contenimento dei fenomeni criminali deve essere pensata e concepita come base della società in un’ottica di valori etici finalizzata ad arginare fenomeni di corruzione ed in favore di una più forte specializzazione anche del personale non medico, ciò deve essere ottenuto in comunione d’intenti con i vari ordini professionali in modo da avviarsi ad una più efficiente modernizzazione del sistema nel suo insieme.

Strutturare quindi percorsi di specializzazione nelle varie ramificazioni della scienza medica anche per infermieri ed altri operatori della salute così come già vale per il personale medico. Allungamento dei percorsi di studio riguardanti le professioni sanitarie dagli attuali tre ai cinque anni obbligatori comprensivi delle attività di tirocinio e percorsi di specializzazione scelti dagli studenti.

Aumentare la capillarità dei punti di pronto soccorso anche in zone territoriali limitrofe a quelle a più alta densità abitativa: con l’obiettivo di decongestionare le richieste assistenziali nei confronti dei presidi a più alta affluenza.

Istituire commissioni di vigilanza con dovere ispettivo che coinvolgano le richieste sia dell’utenza che degli operatori sanitari e che vadano a monitorizzare l’attività assistenziale non soltanto all’interno dei maggiori presidi ospedalieri. Tali commissioni saranno formate da esperti nominati dai governi regionali omettendo conflitti d’interessi.

Ci si pone in favore di politiche di sviluppo e ricerca in ambito sanitario, soprattutto se formulate a livello nazionale con coinvolgimento, quindi, degli apparati statali in collaborazione con l’industria nazionale italiana, ciò anche in favore di una migliore razionalizzazione delle risorse economiche ed una maggiore autonomia nazionale.

Avviare un programma di ristrutturazione e rimessa in opera dei presidi sanitari dismessi; pensando a questi come una riserva a sostegno non solo della parte della popolazione italiana più anziana, ma anche come ad una riserva di posti letto i quali, quest’ultimi, hanno subito nel corso degli anni più recenti un inesorabile “taglio “per opera di politiche governative scellerate risultanti da logiche economiche estranee alla preservazione della tutela della salute.

Attivazione di “guardie mediche pediatriche” le quali andranno a sostenere ed in buona misura risolvere parte della pressione dell’utenza a carico dei P.S., ciò determinerà supporto concreto all’istituzione familiare.

Regolarizzare e sostenere le richieste di rientro lavorativo verso le regioni d’origine avanzate dal personale del comparto con un risultante: iniezione di forze lavorative al sud e ristrutturazione degli organismi familiari.

Riordino del piano pandemico nazionale: formulazione di un piano pandemico nazionale con rivalutazione ed aggiornamento a livello annuale e che ceda primaria attenzione alla propria natura nazionale prima ancora che alle direttive impartite dall’unione europea o dall’OMS.

Netta abolizione di qualunque provvedimento che presupponga la sospensione del lavoratore non vaccinato.

Poniamo un netto diniego nei confronti di qualsivoglia logica di bilancio statale che possa contraddire piani rivolti al progresso, alla modernizzazione ed alla tutela dell’originalità del SSN, soprattutto se tali contraddizioni provengono da fautori del disavanzo pubblico e sperpero delle risorse della Nazione.

Il nostro movimento pone la difesa e la tutela della salute del cittadino come elemento fondamentale per la prosecuzione della vita dell’Italia nella storia.

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