Analizzando la situazione nazionale e internazionale senza ombra di dubbio possiamo dire di essere di fronte a una grave crisi economica.  Crisi che in qualche modo l’abbiamo voluta.

Il nostro Paese stava uscendo già in condizione critiche da due anni di pandemia che si ci siamo proiettati da soli, stupidamente, nell’abisso dell’Ucraina che non fa parte della NATO e che non ci riguarda.  Adesso dobbiamo solo pagarne le conseguenze in considerazione appunto del fatto che la situazione dell’agricoltura e delle riserve alimentari italiana sta diventando insostenibile.

Il nostro paese e i nostri cittadini stanno uscendo da un lunghissimo periodo di crisi in questo settore che spesso ha dovuto subire le rigide regole europee. Queste regole hanno prima reso antieconomica la coltivazione di molte colture e prodotti locali che sono stati abbandonati costringendoci poi ad importare da altri paesi europei ed extraeuropei. Basti pensare a prodotti come il latte, grano e carne bovina.  Fece clamore anni fa la rivolta degli allevatori padani in contrasto alle assurde “quote latte” con migliaia di litri di latte scaricate per strada, per protesta contro le famigerate quote latte.

Ora, l’aumento dei prezzi dei fertilizzanti, dei mangimi e del carburante sta causando il completo collasso dell’agricoltura italiana. Non c’è nessun aiuto per gli agricoltori da parte del governo che preferisce aumentare il budget alla difesa portandolo in prospettiva al 2% del PIL (Ovviamente su indicazione del pentagono).

Il presidente del consiglio Draghi, dopo aver incassato la Batosta del Quirinale, pensa al suo futuro, stanco forse di un lavoro che ha già portato a termine (la paralisi economica del nostro Paese) si candida alla guida della NATO mostrandosi palesemente obbediente alle richieste di questa organizzazione militare mandando le armi italiane in Ucraina in pieno contrasto all’articolo 11 della nostra costituzione. Tanto poi a pagare sono i poveri fessi.

Si prevede un periodo di grave crisi per l’Italia non solo per gli agricoltori ma anche per molte aziende e piccole imprese che dipendono da prezzi ragionevoli per il carburante, il cibo e i relativi costi di trasporto. Sempre lo stesso presidente del consiglio, il Mario Draghi aspirante direttore della Nato, se ne sbatte altamente anche dei giacimenti di gas inutilizzati in mar adriatico e in Basilicata preferendo l’acquisto di gas liquido importato dagli stati uniti ad un prezzo doppio rispetto a quanto era pagato quello acquistato dalla Russia.

Oltre a un presidente del consiglio non eletto che viene dalla Banca Centrale Europea come agente della Goldman Sachs, abbiamo una camera “sorda e grigia” composta da elementi  senza proprietà e senza professionalità se non quella del fancazzismo che, per paura di andare a casa e non guadagnare più un lauto stipendio, approvano tutte le decisioni proposte dal governo dei “peggiori”, che sono spesso l’antitesi dei programmi politici che questi politici hanno presentato ai propri elettori in campagna elettorale.

In Italia Si prevede che la disoccupazione salirà a dismisura tra giugno e settembre ed ormai è risaputo che le sanzioni (folli) alla Russia stanno punendo l’Italia più della Russia, ma a pagarne saranno sempre i soliti fessi.

Ed il peggio deve ancora venire

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