Minori finanziamenti dovuti ad una migliore digitalizzazione“: questa è l’impostazione che il governo vuole dare al piano economico per la sanità per il triennio 2023/2025.

Lo si evince dalla relazione tecnica della legge di bilancio dal quale si denota che a seguito di un potenziamento dei servizi di digitalizzazione si avrà un risparmio di circa 300 mln di euro annui con un conseguente ridimensionamento della spesa. Questo tesoretto però non sarà re-investito nel comparto sanita ma sarà letteralmente decurtato da questo capitolo di spesa.  

Questi correttivi al bilancio sono dovuti alle rigidi leggi di bilancio imposte dall’Unione Europea e dal fin troppo rigido e triste rapporto deficit/pil fissato al 3%.

Noi di ALTRI X   siamo qui ad obiettare quelli che la commissione parlamentare chiama i progressi messi in atto dal governo che determinato una maggior digitalizzazione e dematerializzazione del rapporto medico paziente. Basti pensare che la sola digitalizzazione della ricetta medica, sistema di semplificazione non è ancora giunto al suo termite per stessa ammissione del presidente della commissione.

Non è questa la sanità che vogliamo.

Basti pensare al contatto medico paziente, ormai digitalizzato, ed a quello paziente farmacista. Sembra emergere una tendenza unificatrice in merito alla digitalizzazione indipendentemente dalle differenze fra micro e macro aree ed indipendentemente da territori più o meno progredite dal punto di vista sanitario. Infine viene evidenziare come il sistema ospedaliero abbia retto all’impatto pandemico e quanto invece bisogna potenziare la medicina territoriale. La sanita a km zero appunto

Le politiche di semplificazione devono diventare un vantaggio per il cittadino queste non lo sono se il governo per poterle valutare si basa su concetti ipocriti come per esempio quello per il quale “il sistema ospedaliero ha retto in fase pandemica”. Si ma come? Chi parla cosi ahinoi il governo stesso, Sicuramente non conosce come il sistema ospedaliero abbia retto durante la pandemia, e mostra una approssimazione su quali siano stati i fortissimi disagi patiti dal personale afferente il comparto.

In seconda analisi: omologare la digitalizzazione come dichiarato non può prescindere da un attivo discorso con le Regioni ossia venire a conoscenza profonda di quali siano i disavanzi di alcune rispetto ad altre in merito alla sanità;

Forse porre forti e deboli sulla stessa linea di partenza è solo frutto della solita politica approssimativa di questo Paese. Inoltre calcolare un risparmio pari a 300mln di euro su di un fondo il cui ammontare non è esattamente precisato e non considerare la messa in parte di un “tesoretto” il quale possa essere da ammortizzatore ad esempio degli effetti pandemici soprattutto per le Regione più deboli.

Come possiamo definire tutto questo se non segno di dannoso asservimento a parametri europei?

Parametri che a questo punto dobbiamo definire stranieri a noi stessi e dannosi per il benessere sociale.

Allo stesso modo valutiamo la rincorsa alla digitalizzazione errata non nei termini (digitalizzazione da noi proposta e voluta in ambito programmatico) ma nei modi. Non approssimare la digitalizzazione della pubblica amministrazione ma impostare e pianificare questa, in modo tale da avviare anche dei processi educativi diretti alla popolazione ed agli operatori sanitari in merito all’informatizzazione dei processi burocratici.

Ciò nella volontà di evitare che appunto il peso della burocrazia non venga semplicemente tramutato da cartaceo ad informatizzato infatti è innegabile che si debba partire dal concetto per il quale il fine ultimo della digitalizzazione non debba essere quello del risparmio d’aria del paziente non più in sala d’attesa ma debba essere quello della velocizzazione dei processi assistenziali tramite la “Sburocratizzazione” di questi.

Altri X vuole porre all’attenzione della politica governativa il concetto secondo il quale un buon stato di salute del sistema sanitario è indice di miglioramento dello stato della popolazione e proponiamo un governo della salute che suggerisca i processi semplificatori che siano beneficio della comunità nazionale. Nello stesso tempo quindi osteggiamo una politica sanitaria governata da organismi semplificatori esterni.

di Luigi Acone

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